lunedì 27 agosto 2012
lunedì 20 agosto 2012
Gli incentivi allo sviluppo della mobilità sostenibile con auto elettriche o ibride
L’Art. 17-bis del decreto 83/2012 contiene le “Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli a basse emissioni complessive” e vuole appunto favorire la mobilità sostenibile, attraverso la “realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica e la sperimentazione e la diffusione di flotte pubbliche e private di veicoli a basse emissioni complessive, con particolare riguardo al contesto urbano, nonché l’acquisto di veicoli a trazione elettrica o ibrida.”
L'ennesimo emendamento al Decreto Sviluppo n. 83/2012 (detto Decreto
crescita), approvato il 25 luglio alla Camera e sta avendo l'ultimo passaggio
al Senato per l'approvazione definitiva. Vengono stanziati 210 milioni di Euro
in 3 anni di cui 150 come bonus fino a 5000 Euro per l'acquisto di auto
elettriche o ibride a basse e bassissime emissioni di c02. Il 70% dei
fondi verrà riservato alle auto aziendali o per l'uso di terzi cioè destinate
al servizio pubblico (Taxi). L'incentivo prevede la contestuale rottamazione di
vecchie auto, in pratica è la riedizione di una mini "rottamazione" o
meglio "green (visto che va di moda) rottamazione", incentivazione al
settore auto in uso fino a qualche anno fa.
Professionisti al governo, professionisti interni ed esterni alle
commissioni e per finire oltre mille tra deputati e senatori della repubblica,
partoriscono un piano triennale nel quale tra altre boiate, riescono inserire
anche questa, usando un sistema di incentivazione obsoleto ad auto consumo di
pochi eletti, o meglio ancora, ad auto consumo di pochi accorti cittadini e
molti amici.
Ma cazzo, io ho solo un diploma da geometra, non sono un economista, ci
voleva tanto agganciare l'idea "nobile" del rinnovo del parco auto agli
incentivi sulle rinnovabili, ad esempio inserendo un incentivo premio
sull'consumo di energia elettrica se il soggetto responsabile provvede
all'acquisto di un nuovo veicolo nei successivi 3 anni dall'installazione
dell'impianto.
Niente da fare, si butterà un'altra palancata di milioni, ne trarranno
beneficio immediatemente i soliti concessionari d'auto e qualche casa automobilistica asiatica
o teutonica, di sicuro non la Fiat o perlomeno nessun stabilimento produttivo
in Italia, ricaduta per l'occupazione = zero.
Nessuna logica che va oltre al proprio conto corrente bancario.
martedì 14 agosto 2012
Incentivi alla riurbanizzazione delle città Italiane
Negli ultimi 2 decenni abbiamo visto svuotarsi i centri
storici ed estendere le città a dismisura, ormai specialmente al nord è
difficile trovare discontinuità tra zone urbanizzate e campagna.
Dal punto di vista sociale questo fenomeno comporta una
conversione terreni agricoli in aree cementificate, nella sola Lombardia dal 1999 al 2007 sono andati
perduti 34.000 ettari, un ulteriore allontanamento dall’autosufficienza
alimentare, un aumento dei costi per la fornitura dei servizi (dai trasporti
pubblici alla raccolta dei rifiuti fino all'assistenza sanitaria), un aumento esponenziale
dell'inquinamento ambientale con la mobilità attuale, ma in ogni caso poco
sostenibile anche con sistemi di mobilità più efficienti.
Un primo e immediato incentivo è applicare uno sconto sull’IMU
in base alla vicinanza dal centro, più l’abitazione è periferica più si paga, c’è
però da escludere i centri delle grandi città o comunque i centri con alto
valore immobiliare.
Il secondo inventivo si può applicare nel ripristino dei
terreni agricoli, demolendo un edificio periferico e ripristinandone l’idoneità
allo sfruttamento agricolo, lo stato corrisponde un bonus da utilizzare per il
pagamento degli oneri urbanistici per
riconversioni di edifici da industriale - artigianale a civile – commerciale,
ampliamenti o nuovi interventi edilizi realizzati
all’interno dei centri urbani e comunque
di classe energetica classe A+.
Da questa programma d’incentivazioni vanno escluse le abitazioni
dei coltivatori diretti o di eventuali altre categorie che per ragioni lavorative
non possono trasferirsi e qualsiasi sito di rilevanza storica e culturale.
Oltre gli incentivi si deve prevedere parallelamente il
congelamento delle concessioni edilizie al difuori dei centri urbanizzati.
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